Vincenzo Russo
Nato a Napoli nel 1989. Si accosta al cinema sin da giovanissimo, maturando con gli anni una passione per l'immagine che trasferirà nella sua attività di fotografo e videomaker. Nel settembre 2013 fino al giugno 2014 frequenta il corso di fotografia annuale presso il Centro di Fotografia Indipendente di Napoli, coordinato dal fotografo Mario Spada. Dal febbraio 2015 partecipa al Laboratorio Irregolare di Antonio Biasiucci, durante il quale sviluppa un progetto fotografico teso ad approfondire il tema della riproducibilità dell'opera d'arte.
"Hic et Nunc"
Il viaggio di Vincenzo Russo, videomaker e fotografo, si è sviluppato tra le fabbriche che riproducono statue classiche in giro per l'Italia, dalla Toscana al Veneto, dal Lazio alla Lombardia, dall’Emilia-Romagna alla Liguria, spesso durante giornate nuvolose. Assecondando il metodo, con la Pentax 645 e un diaframma chiuso, ha trascorso giornate intere, letteralmente immerso tra le statue, registrando una rivelazione lenta, un progressivo farsi immagine sulla retina. Lo sguardo fotografico crea una relazione densa, una completa reciprocità tra il soggetto e l’oggetto, la macchina e le cose, la realtà e la rappresentazione.
Le immagini giocano con la natura “riproducibile dell’opera d’arte”, rappresentano il ripetersi del medesimo modello di tradizione classica o neoclassica, collocato sullo sfondo della fabbrica. Le statue, in più copie, si appropriano dello spazio, si fanno ritmo e colore naturali, libere da influenze culturali e sociali. L’aura già persa, viene ricostituita fotograficamente, con la performance dell’occhio macchina, con l’interazione dello spettatore. Le riproduzioni si agganciano agli oggetti e agli spazi, alle cornici contestuali, l’immagine libera dal progetto industriale e dal destino del giardino quegli oggetti, restituendoli ad una vitalità primaria, come la natura del tempo che modifica e reimmagina le statue, le fa emergere dai colori nuovi di muri e vetri, tra le forme di reti e pedane. Il paesaggio è completamente rideterminato soggettivamente, come nella scuola americana, portando con sé gli echi profondi una riscrittura mediterranea.