Valerio Polici
Nato a Roma nel 1984. Dopo gli studi in marketing tra Roma e Lisbona, decide di dedicarsi a tempo pieno alla fotografia.
Inizia col fotogiornalismo lavorando con alcune delle principali testate internazionali (BBC,Newsweek, Washington Post, BJP, L'Espresso tra i vari) per poi dedicarsi sempre di più alla fotografia autoriale. Le sue foto sono state esposte in Turchia, Portogallo, Germania e alla Biennale di Venezia. Menzione d'onore al EPF Grant di New York nel 2014. Una sua foto è entrata a far parte della collezione di Luciano Benetton per Imago Mundi. Il suo primo libro è stato presentato in anteprima al Grand Palais durante il Paris Photo 2016. Dal febbraio 2015 partecipa al laboratorio irregolare sotto la guida di Antonio Biasiucci .
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"Interno"
Valerio Polici, fotografo freelance, opera con una reflex muovendosi liberamente nei luoghi più diversi, tra chiese e musei, tra le città di Roma e Lisbona, Napoli e Riga. La sua ricerca è un viaggio a ritroso nel proprio immaginario, che – oltre la fotografia – si accosta alla psicanalisi, avviando il tentativo terapeutico ed espressivo di usare il medium come uno scandaglio di esplorazione e riconciliazione con se stessi.
Lontano da qualsiasi sicurezza, Polici sceglie lo sviluppo verticale dell’immagine, un colore che surriscalda l’occhio con una materia quasi pittorica e nessuna storia vincolante. Senza un confine preciso, lo sguardo si muove a fatica cercando di inseguire immagini perturbanti, provando a elaborare sogni e intercettare icone che riconducono alla paura e all’angoscia vissuta, attraversata nella propria storia familiare: le donne, la casa, il demonio, la morte, una vaga presenza esoterica e occulta che aleggia nella vita quotidiana. La ricerca si affida realmente al medium per incontrare e sublimare la paura. L’occhio estrae l'inquietudine dall’ombra, dalla carne come dal legno, fermandola in un volto femminile, in un dettaglio architettonico, un paio d’occhi chiusi, un fiore o una parrucca. L’universo visivo evoca Serrano, i toni coloristici Bacon, il mondo è interrogato in maniera iniziatica, con curiosità e sospetto. Il risultato è a un tempo doloroso e catartico.
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