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Tommaso Vitiello

Tommaso Vitiello, nasce a Mercogliano (AV) il 9/11/1992.

Nel 2016 si laurea alla facoltà di Lettere e Beni Culturali con una tesi in Critica e metodologia di Storia dell’arte, dal titolo “NAPOLI FOTOGRAFATA”, curata dalla storica dell'arte Carmela Vargas. 
Si forma a Napoli in fotografia e illuminotecnica al corso biennale della compagnia teatrale Manovalanza con il fotografo Davide Scognamiglio. 
Dal 2018 è il responsabile della documentazione del progetto speciale FOODISTRIBUTION a cura di Davide Scognamiglio e Daniele Ciprì, oggi alla sua quinta edizione. Nel 2020 ha fatto parte del team del progetto ECOSISTEMA DIGITALE promosso dalla Regione Campania, per l'opera di digitalizzazione fotografica del patrimonio culturale del Museo di Capodimonte.
Dal 2018 far parte del LAB Irregolare di Antonio Biasiucci, la sua ricerca fotografica esplora le tematiche della vita domestica, della memoria e del consumismo. Attualmente lavora come fotografo freelance, spaziando dalla fotografia di scena a quella commerciale, curando inoltre diversi progetti visivi.

tommasovitiello.com

 

https://tommasovitiello

"Archèo"

testimòne s. m. e f. [...]. – 1. a. Persona che, assistendo, avendo assistito, o essendo comunque direttamente a conoscenza di un fatto, può attestarlo, cioè farne fede, affermarne pubblicamente la veridicità, o dichiarare come esso realmente si è svolto [...] b. Con senso più oggettivo, persona chiamata o venuta ad attestare un fatto di sua conoscenza (o che si presume tale), oppure a garantire la veridicità di un’asserzione [...] 2. Chi fa fede di qualche cosa o l’attesta, compro- vandola con la propria autorità [...] 3. Cosa, oggetto, manifestazione, aspetto che rappresenta un indizio o una prova, una dimostrazione o una documentazione palese [...]

Oggetti accantonati, dimenticati, riposti in luoghi dove storie si accu- mulano in un racconto sospeso nel tempo. Sono questi i protagonisti delle fotografie di Tommaso Vitiello, “muti testimoni” – come lui li defi- nisce – che, dismessi dalla loro funzione originaria, giacciono nel limbo dell’attesa, nella speranza – forse – di poter essere riportati a nuova vita. Troppo importanti per essere gettate via, ma non abbastanza per persistere nella quotidianità, queste sentinelle della memoria trovano il loro posto in territori marginali quali cantine, soffitte, garage. Come un archeologo del vissuto, con un’attenzione speleologica che lo porta in questi luoghi di scavo contemporaneo, Vitiello li scova, li circoscrive e li fotografa, conferendo loro una dignità quasi sacrale che li fa emer- gere dall’ombra nella quale sono stati relegati. Dimentichiamo quindi di trovarci nei luoghi dove l’accelerazione al consumo celebra se stessa e posiamo lo sguardo su questi elementi che ci invitano a metterci in ascolto, a immaginare storie di attori sconosciuti, a ripercorrerne le tracce, a interpretare i segni. Come reperti, sono tasselli di un racconto che non riesce a darsi nella sua interezza e per questo evoca pieni e vuoti, presenze e assenze, rivivendo nel dialogo tra luci e ombre.

Estratto dal testo critico LAB03: tra parole e immagini di Alessandra Troncone

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